È tempo di mettersi in ascolto.
È tempo di fare silenzio dentro di se.
È tempo di essere mobili e agili,
di alleggerirsi per mettersi in cammino.
È tempo di convivere con le macerie e
l’orrore, per trovare un senso.
Tra non molto tutti lo diranno!
Ma io parlo di strade più impervie,
di impegni più rischiosi,
di atti meditati in solitudine.
L’unica morale possibile,
è quella che puoi trovare,
giorno per giorno,
nel silenzio del tuo luogo aperto-appartato.
Che senso ha se tu solo ti salvi ?
Bisogna poter contemplare,
ma essere anche in viaggio.
Bisogna essere attenti,
mobili,
spregiudicati e ispirati.
Un nomadismo,
una condizione,
un’avventura,
il processo di liberazione.
Un cammino,
una fatica,
un dolore,
il comunicare tra le macerie.
Bisogna usare tutti i mezzi disponibili,
per trovare la morale profonda
del proprio lavoro, della propria arte, della propria missione
Luoghi visibili
e luoghi invisibili,
luoghi reali
e luoghi immaginari
popoleranno il nostro cammino.
Ma attenzione il mercato è mercato,
e la sua legge sarà
sempre pronta a cancellare
il lavoro e lo sguardo
di chi ha trovato radici
e guarda lontano.
Il passato e il futuro
non esistono nell’eterno presente del consumo.
Questo è uno degli orrori,
con il quale da tempo conviviamo
e al quale non abbiamo ancora dato
una risposta adeguata.
Bisogna liberarsi dall’oppressione e
riconciliarsi con il mistero.
Due sono le strade da percorrere,
due sono le forze da far coesistere.
La politica da sola è cieca.
Un mistero quando è muto,
se è da solo diventa sordo.
È tempo che l’arte
trovi nuove forme
per comunicare
in un universo
in un universo
in cui tutto è comunicazione.
È tempo che esca dal tempo astratto del mercato,
per ricostruire
il tempo umano dell’espressione necessaria.
Bisogna inventare !
Una stalla può diventare un tempio
e restare magnificamente una stalla.
Né un ultimo Dio
né un’Idea ,
potranno salvarci
ma solo una relazione vitale.
…e ci vuole un altro sguardo
per dare il senso a ciò
che muore ogni giorno
omologandosi.
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